Il clima non fa sconti

11 Mar 2022 | Clima, Moda etica

Nel deserto di Atacama in Cile ci sono vere e proprie montagne, ma non di terra, bensì di vestiti; questo è il risultato di un modello di produzione sempre meno sostenibile e improntato sul fast fashion.

Per i fan, possiamo fare un semplice paragone e ricordarci della montagna di Morgul del Signore degli Anelli che osserva e resta come simbolo del male nel mondo. Nel nostro caso queste montagne simboleggiano quel male che arrechiamo al nostro pianeta.

Ecco che fine fanno i nostri capi quando decidiamo di rinnovare il nostro armadio o tutti gli abiti invenduti che troviamo nelle catene di fast fashion. 39 mila tonnellate di vestiti provenienti da Europa, America e Asia transitano per il Bangladesh o la Cina e poi finiscono a rimpolpare i cumuli nel deserto del Cile. Di cosa parliamo quando ci riferiamo al fast fashion? “Diventato negli ultimi anni il modello di business dominante del settore e si fonda su un patto non firmato tra mercato e consumatore, di cui spesso quest’ultimo non è nemmeno a conoscenza: l’industria offre continuamente abbigliamento nuovo e “aggiornato” a prezzi economici e il consumatore in cambio rinnova l’armadio comprando indumenti nuovi e gettando via quelli usati”. Sicuramente incentivato dai saldi di stagione e i prezzi al ribasso.

Siccome il prezzo del riciclo e dello smaltimento degli indumenti è troppo alto, vista la bassa qualità delle materie prime con cui di solito tutti ci vestiamo, gli scarti vengono accumulati in questo deserto e non solo.

Sotto gli occhi di tutti vediamo uno dei risultati del modello di economia lineare che adotta lo schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”, principe, fino a poco tempo fa, della nostra economia tradizionale. Questo modello dipende fortemente dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili a basso prezzo e considera il non utilizzato e venduto come uno scarto e rifiuto.

Da Marzo 2020 l’Unione Europea sta lavorando a livello legislativo per una transizione da un modello lineare a un modello circolare. Promuovere un modello di economia circolare significa credere possibile un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo perché i materiali dei prodotti inutilizzati, se possibile, vengono reintrodotti nel ciclo produttivo generando un valore aggiunto.

I vantaggi per il clima nell’introduzione di questo modello sono diversi e possono intervenire sui cambiamenti climatici:

L’uso razionale delle materie prime riduce le emissioni di CO2, al contrario i processi di estrazione e utilizzo delle materie prime di cui c’è sempre una richiesta crescente producono un grande impatto sull’ambiente e aumentano il consumo di energia. In particolare il tessile emette l’8% dei gas serra totali annui.

L’industria del vestiario usa come materie prime tendenzialmente prodotti non biodegradabili e con vernici e prodotti chimici di lungo smaltimento. Per cui recuperare e riutilizzare i capi ha un forte impatto ambientale.

Il settore dell’abbigliamento è uno dei maggiori consumatori di acqua: per produrre ad esempio un paio di jeans servono in media 7500 litri di acqua, che equivale all’acqua che beve in media una persona in 7 anni di vita.

E’ in questo contesto che si inserisce Dress Again. Un progetto che nasce come alternativa al modello lineare. Ogni anno le nostre volontarie smistano centinaia di kili di capi usati e insieme alle tirocinanti li recuperano o rielaborano per dar loro una seconda possibilità portando a Faenza un second Hand selezionato e di qualità a disposizione di tutti.

Riuso, Riciclo, e Riparazione sono i valori di Dress Again e di coloro che acquistano moda etica. Ricordiamoci che come consumatori abbiamo il potere di scegliere e che la nostra scelta ha un valore e un peso per l’ambiente.

Fonte: La Rebubblica online